8 cose che non ti diranno mai sulla gravidanza (ma che sono assolutamente normali)
Sei in dolce attesa, conosci qualcuno che lo è o stai programmando di avere un figlio. Saranno 9 mesi di estatico incanto psico-fisico? No, ci dispiace. Va bene la gioia ma l’incanto non viene da solo. Si accompagna ad una serie di cosette non troppo gradevoli da cui, chissà come mai, attrici e modelle sembrano immuni e di cui, chissà perché, generalmente non si parla. Così, noi abbiamo fatto una lista di 8 cose che nessuno vi dirà e che probabilmente a voi non succederanno. O forse sì. O magari ve ne succederanno altre. O queste e altre. In ogni caso, sono 8 cose sgradevoli sì, ma assolutamente normali. Se sono fra quelle che vi succederanno, consideratevi fortunate.
1. Devi essere felice
Sei incinta. Che bello! L’avete tanto voluto questo figlio. Sarai al settimo cielo, no? Lo sono tutti!
E, invece, molto probabilmente non lo sei. Molto più probabilmente sei nel panico: hai una gran paura dell’incognita gravidanza, un sacro terrore di diventare madre e la buia certezza di non essere pronta né per l’una né per l’altra. Ti viene da piangere per un nonnulla e, per quanto ti sforzi, tutta questa gioia non riesci proprio a sprizzarla. Tranquilla. Non sei una rinnegata. Sei solo umana. L’umore ballerino dipende dalla sovrabbondanza di ormoni e le angosce da preoccupazioni e pensieri perfettamente comprensibili.
2. Acciacchi
Ti fa male tutto: testa, schiena, piedi, gambe, pancia, seno. Buon segno. Vuol dire che è tutto a posto. Se ti fa male un po’ troppo, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Se ti fa male in giusta misura, va tutto a gonfie vele. Come si fa a sapere qual è la giusta misura? Non si può. La giusta misura varia di giorno in giorno. Quindi, buona fortuna.
3. Altro che splendore!
Bè, effettivamente, ad alcune donne brillano occhi e viso quando sono in dolce (più per gli altri) attesa. Se sei tra queste, ne siamo felici. Ma la “fluorescenza” non ti risparmierà quei piccoli fastidi che ti faranno sentire tutt’altro che splendida. Le gengive, per esempio. Diventano molto sensibili e tendono a sanguinare leggermente. O i capelli. È possibile (ma anche no) che diventino secchi e che inizino a spezzarsi. Che fare per diminuire lo sconforto? Se puoi, aumenta la frequenza delle visite dentistiche. Per i capelli, invece, munisciti di un ottimo balsamo e, magari, prova a cambiare taglio. Scegline uno più svelto e facile da gestire.
4. Piedi
Hai presente quelle bellissime scarpe che adori e che metteresti anche in casa per il solo piacere di ammirarle? Ecco. Nascondile. Gli ultimi mesi della gravidanza, oltre alle caviglie, ti si gonfieranno anche i piedi. Spesso fino a raggiungere un numero in più. Brutto segno? No, affatto. Spiacevole e antiestetico,questo sì, ma assolutamente normale. Dopo il parto, i piedi ti torneranno magicamente alla forma originale. Garantito.
5. I consigli degli “esperti”
Tutti quelli che incontrerai sul tuo cammino verso la maternità saranno esperti di gravidanza. Anzi, della TUA gravidanza. Ti elargiranno consigli totalmente privi di logica e fondamento. L’amica della zia ti raccomanderà di non fare troppe ecografie perché i raggi X fanno male al bambino. E sarà inutile provare a spiegarle che un’ecografia emette suoni e non raggi. La dolce signora non sa neanche cosa sia un’ecografia. Le sue nozioni di parto risalgono all’era dei dinosauri. Anzi, più il parto delle premurose dispensatrici risale alla Grande Guerra, più saranno le perle di saggezza e maggiori le convinzioni che il ginecologo non capisce niente. Il trucco è affidarsi agli esperti (ad esempio l’inetto ginecologo) e a un buon libro (non 50) o sito web che spieghi cosa succede “veramente” settimana per settimana.
6. Ti diranno fra l’altro:
- “Dormi ora che puoi…” perché, sottinteso, “dopo” soffrirai di insonnia sempiterna. Certo, dura è dura e la realtà supera di gran lunga l’immaginazione. Ma le fatiche dei primi mesi non durano in eterno. Tuo figlio non mangerà per sempre ogni 3 ore del giorno e della notte. Almeno si spera.
- “Divertiti finché puoi…” manco “dopo” ti aspettassero il deserto dei Tartari e la morte civile. La vita cambia, è vero, ma non diventa quella della monaca di Monza.
- “Allatterai, VERO?” come a dire: se non allatterai, sarai la madre più spregevole del pianeta. Ti bombarderanno di verità rivelate sul sacrosanto dovere di allattare. Che tu abbia deciso di farlo o meno. E se deciderai per il sì, ti bombarderanno di verità rivelate su come si allatta. Quella che conterà molto poco, guarda caso, è la tua opinione. A meno che non t’impunti . Tanto vale iniziare subito.
7. A proposito di dormire
“Dormi ora che puoi”, facile a dirsi perché chi l’ha detto che puoi? D’accordo, i primi tre mesi fai fatica a stare sveglia. Diciamo che sei semi-narcolettica. Ma dal terzo mese in poi è tutta un’altra storia. Il secondo trimestre hai così tanta energia che potresti alimentare una centrale elettrica e non hai nessuna voglia di dormire. Quindi, dormirai poco. Nell’ultimo trimestre, invece, avrai un sacco di voglia di dormire ma sarà un’impresa ardua. Nessuna posizione sarà comoda per più di 5 minuti e quando riuscirai ad appisolarti, un bel calcetto del pupo ti sveglierà di soprassalto. Quindi, dormirai poco.
8. Solidarietà
A meno che non ti circondi di altre neo-mamme con pancione, non aspettarti grandi manifestazioni di solidarietà. Nessuno vorrà sentire dei tuoi acciacchi, delle tue gengive, dei tuoi piedi o della tua stanchezza. Le amiche che non hanno ancora figli non ne vogliono sapere. Quelle che ce li hanno, hanno anche tutt’altro per la testa. E poi ci sono già passate. Quelle che hanno partorito da poco ti diranno di resistere, chè alla fine ne vale la pena ma per te, ora come ora, la prospettiva di un roseo e felice futuro è una consolazione troppo magra. Tuo marito farà di tutto per esserti vicino ma il povero diavolo, in fondo, non ha la più pallida idea di come ti senti. Un consiglio? Il libro “*Aiuto, sono incinta!”, di Vicky Iovine è un ironico excursus sulla gravidanza. Una lettura amena che copre tutti gli aspetti della gravidanza. Soprattutto quelli di cui non si parla.